Il pezzo di costa pacifica che gli Stati Uniti si sono tenuti per loro è forse quello cui sono più affezionato. Per quanto mi sia innamorato della costa canadese e abbia scoperto con meraviglia città dopo città la costa messicana, la terra raccolta tra Washington State e la California è quella che più mi ha sorpreso e accolto. Sorpreso per la bellezza e varietà della sua natura, accolto dai suoi aperti abitanti.
Washington State stesso è stato una scoperta dopo l’altra. Seattle è divenuta dopo due viaggi consecutivi una delle mie città favorite. Tanto bella, quanto attiva e serena. La ritengo una delle poche grandi città del mondo dove le persone per quanto occupate sono ancora capaci di offrire un sorriso a un estraneo. Inoltre, l’elegante architettura della città è affiancata da una natura florida e varia, che va dal deserto delle piane interne, fino alle montagne che contornano la città e alla foresta della costa. Lo skyline di Seattle, con i grattacieli di downtown affiancati in lontananza dal fantasma innevato di Mount Rainier, è tra i più affascinanti che abbia avuto la fortuna di ammirare.
Intanto c’è da dire che siamo nel cuore di Cascadia, la regione ad alta umidità di cui già abbiamo parlato nel capitolo sulla costa canadese. Cascadia è la regione tra le montagne ed il mare in cui l’aria proveniente dal Pacifico si blocca dando origine ad una foresta pluviale. Inoltre vale la pena di sottolineare che l’intera costa statunitense sul pacifico è un’infinita spiaggia, interrotta solo da punte rocciose e scogliere. Ogni punto su questa costa scelto a caso può dare scorci da perdere il fiato sull’enormità dell’Oceano che si apre qui per spingersi fino un’altra faccia del pianeta.
Un luogo speciale da cui cominciare l’esplorazione della costa è la punta più estrema dello Stato di Washington, chiamata Neah Bay. Qui l’infinita spiaggia è cosparsa di un manto bianco che visto da lontano sarà un enigma di non facile soluzione. Avvicinandoci scopriremo che si tratta di grandi tronchi, una foresta ripulita dal furore del mare e ammassata nuovamente unita sulla costa. Drifters, in inglese, cioè ciò che vaga inerme. Distese di splendidi tronchi levigati sono comuni comunque lungo l’intera costa.
Portland è una città molto attiva, il cui centro è colorato da un campus universitario di alta qualità. É famosa per l’altissimo numero di ponti che si affiancano e intrecciano continuamente. L’intero Stato dell’Oregon è Tax-Free, cosa che lo rende più abbordabile economicamente ed il luogo giusto dove fare acquisti nel caso se ne abbia bisogno. Il centro città è estremamente curato con dettagli in metallo che caratterizzano downtown. Come Seattle più a nord anche Portland è una culla Hip, con una forte anima democratica e creativa. La capitale dello Stato è in realtà l’anonima Salem, mentre Eugene è una piccola accogliente cittadina che raccoglie in sé i migliori tratti di Portland.
Per scendere fino a Portland si può percorrere una più veloce strada interna, oppure già immettersi sulla storica Highway 101 che da qui conduce fino alla Redwood Forest segnando uno dei più bei percorsi guidabili al mondo. La regione di Portland è segnata dal grande Hood River che divide inoltre Washington State dall’Oregon. Il fiume è molto bello e specialmente nell’interno. Per quanto in questa area ogni luogo possa essere interessante, il mio consiglio è di seguire la costa fino a Portland e poi buttarsi verso l’interno seguendo il fiume. La sua foce infatti non è di particolare interesse, essendo uno scalo industriale, mentre verso l’interno si trova Mount Hood, la più alta montagna dello Stato e semi dormiente stratovulcano.
A sud della montagna si potrà dirigersi verso Bend e i suoi canyon, per poi incontrare la Willamette Forest. Queste aree di foresta protetta nel sud-est dello Stato sono luoghi incantati, ricchi di cascate cristalline ed intricate foreste di alberi antichi. I muschi che cascano come capelli sui larghi rami degli aceri sono uno spettacolo naturale unico. In particolare il piccolo State Park di Silver Falls è un gioiellino da non farsi scappare. Proseguendo più a sud l’ultima tappa nell’interno sarà Crater Lake. Un cratere vulcanico diventato lago.
Sarà poi tempo di tornare lungo la costa, per prepararsi all’incontro con i giganti della Redwood e all’ingresso in California. C’è da dire che se invece di dirigersi verso l’interno si preferisce attraversare l’Oregon guidando lungo il mare non se ne rimarrà comunque delusi. Tutte le cittadine sulla costa sono accoglienti e folcloristiche, sempre pronte a servire la tradizione zuppa di frutti di mare clam chowder. Da Newport con i suoi pontili dove dormono irascibili leoni marini, alle grandi dune che costeggiano il mare nell’area poco più a sud. Fino alla meravigliosa vista sul Pacifico a Cape Blanco, un luogo che vi farà gridare il cuore a squarcia gola tanto sono infiniti gli spazi. I faraglioni sperduti nel mare sono comuni a tutta la costa, ma quello di Cape Blanco ha un fascino particolare, inoltre anche qui la spiaggia è ricoperta di tronchi d’albero e non alberi qualunque ma Redwood.
La Redwood Forest è forse la principale meraviglia che la costa ovest statunitense ci offre. Ci troveremo qui al cospetto di veri e propri giganti. Dei pini evolutisi in una specie a se stante capace di vivere per millenni e superare i 100 metri di altezza. Aggirarsi per questo luogo magico, dormire campeggiando sotto le loro chiome, è un’esperienza unica che nessuno che viaggia questa parte di mondo può pensare di perdersi. Il luogo migliore dove cominciare a prendere confidenza col legno rosso della foresta è il Jedediah Smith Redwood State Park. Da qui si aprono diverse vie di esplorazione della foresta che portano ad incontrare alcuni degli alberi più antichi. Sarà estremamente interessante inoltre notare come qui il clima di Cascadia abbia tramutato una sorta di pineta in una particolare foresta ad alto tasso di umidità. I tronchi degli immensi alberi infatti quando non più capaci di reggersi diritti crollano al suolo per diventare il nuovo terreno di coltura di altre piante e alberi. Si pensi che questa ancora molto ampia foresta altro non è che una mera percentuale di quella che i coloni trovarono al loro arrivo. Centinaia di migliaia di alberi sono stati tagliati lungo il corso dei secoli fino ad oggi, per costruire case, navi e molto altro. Una particolarità del legno dei Redwood è infatti la capacità di resistere a lungo alla potenza del fuoco, fatto che ne aumenta ancora di più il valore nel campo dell’edilizia.
La foresta quasi raggiunge la costa e nei pressi di questa troveremo un’altra meraviglia: un piccolo canyon di felci che nasce nei pressi di un articolata foresta pluviale dove vari percorsi esplorativi ci aiuteranno a comprendere il particolare ecosistema della zona.
Superata l’entusiasmante Redwood ci accorgeremo di essere ormai in piena California del nord. Si pensi che quando si parla di California stiamo parlando intanto del principale centro economico della più ricca nazione del mondo. Inoltre, siamo di fronte ad uno Stato abitato da quasi quaranta milioni di persone e capace di unire nei suoi confini quasi tutti i possibili scenari naturali. Si va dalle colline e montagne del nord, al deserto ad est, fino al clima semi-tropicale di San Diego. La California a mio modo di vedere si divide in due stili profondamente distinti a sud e nord della Bay Area, cioè di san Francisco. Quell’anima aperta e democratica che ho già detto combaciare con i confini di Cascadia si perde in una piattezza culturale più accentuata una volta discesi verso Los Angeles e San Diego. Ovviamente questa è una regola pronta ad essere messa in dubbio, però è un fatto che lo spazio lasciato alla libertà di espressione, il valore dato alla creatività e all’inventiva che si vivono nel nord della costa, spariscono una volta giunti a LA e non ve ne è più traccia quando si raggiunge San Diego. In quest’ultima ad esempio una frase che si sente spesso e si legge sulle magliette da pochi dollari è: “Do you even lift?”. Lift nel senso di fare sollevamento pesi.
Tornando al nord. La California è il luogo dove chiunque sentisse troppo strette le maglie morali di altre zone del paese si è rifugiato. É di fatto un luogo particolare, in cui una particolare cultura si è sviluppata e ha messo radici. Qui la parola hippie è qualcosa di più che un vago riferimento ad abitudini igieniche e consumistiche. É una vera e propria corrente di pensiero che va dagli hobo delle strade di san Francisco fino ai dirigenti di aziende legate ad internet che guidano le loro auto elettriche Tesla e vivono in ville a impatto zero. La California è il culmine di un’America pacifista, attenta alle sue radici ed anche alla sua anima antica in continuità con la cultura dei nativi, che si trova sparsa per tutta Cascadia. Città come Arcata, Eureka, Garberville, Willits, si perdono in fantastiche colline verdi dedicate all’agricoltura. Sono cittadine dall’anima votata alla libertà e all’originalità, in cui le nuove tendenze si scontrano con un’anima rurale ancora forte dando spesso frutto a splendide comunità.
San Francisco, con le sue vicine Oakland e Berkeley, è il fiore all’occhiello della California del nord. Qui la musica e la poesia in stile beat generation sono all’ordine del giorno e ancora vive nelle strade e nei locali. La libreria dedicata ai pilastri della letteratura americana moderna ed in particolare a Jack Kerouac, come SPECS il bar dove i poeti beat si riunivano, sono solo alcuni esempi ormai commerciali di quello che si può ancora trovare dialogando con la gente e girando per le belle vie della città. La gentrificazione sta agendo con forza sulla città, così che Haight Street e Mission District non sono più quello che erano anni fa. L’economia della città è esplosa grazie alle compagnie leader mondiali nel campo del web e della tecnologia. SF è infatti ormai una delle città più care degli Stati Uniti, al contempo però anche quella col più grande numero di persone prive di beni e che quotidianamente vivono per le sue strade. Per quanto in grande cambiamento i quartieri di SF rimangono luoghi di aperto incontro culturale e creativo.
Più a sud della baia troviamo luoghi come Big Sur e cittadine come Santa Cruz. Qui ancora prosegue lo stile hippie di cui si è parlato e con ritmi vitali meno metropolitani e più rurali. Big Sur altro non è che una stretta baia, resa famosa anche da un libro dello stesso Keruoac, dove ormai da decenni viaggiatori e anime libere si incontrano intorno a un fuoco.
Da Los Angeles a san Diego c’è poco da dire. Rientriamo qui, e in particolare per LA, nei canali del turismo tradizionale. Il cinema ovviamente la fa da padrone in una LA iper commerciale e colma di classici del turismo come i parchi Disney, Beverly Hills, Venice Beach e la strada con le stelle dedicate ai colossi dello spettacolo. San Diego è invece meno conosciuta. É la Miami dell’Ovest, cioè una delle poche città statunitensi dove il clima sia affidabile l’intero corso dell’anno e le temperature stabilmente sopra i 25 gradi. É una città ricca ed elegante a suo modo, con una downtown dai palazzi bassi e dalle architetture ricercate. Si divide lungo varie spiagge e baie che ne distinguono il valore economico e la fauna sociale.
Oltre San Diego è un piccolo viaggio in metropolitana per giungere in Messico. Oltre quel confine narrato come come fosse un film dell’orrore. Tijuana è infatti tutt’uno con San Diego in senso urbanistico anche se non potrebbe avere un’anima più differente.